Il Piano regionale dei servizi sanitari

Dopo oltre vent'anni la Regione Sardegna ha un Piano regionale dei servizi sanitari. Il documento detta regole certe per la Sanità sarda, riorganizza l'assistenza su tutto il territorio, adegua la Sardegna agli standard nazionali e indica le priorità che il sistema sanitario deve raggiungere.
Il Piano parte dalle priorità, gli obiettivi di salute che maggiormente attendono risposte. Vengono indicati gli indirizzi di contrasto alle malattie ad alta specificità (diabete, malattie rare, sclerosi multipla, talassemia), a patologie di particolare rilevanza sociale (demenze, malattia di Alzheimer, malattie reumatiche, malattie endocrine, nefropatie, celiachia, epilessia, obesità), alle patologie con maggiore incidenza epidemiologica (malattie cardiovascolari, l'ictus cerebrale, le malattie respiratorie, l'asma e le malattie allergiche). Per la prima volta anche la medicina del dolore viene inserita di diritto tra i temi della programmazione sanitaria, con la medicina dello sport e la salute della bocca.
C'è poi la parte che riguarda le malattie oncologiche e la radioterapia, che prevede tra l'altro l'istituzione del registro dei tumori della Sardegna e la realizzazione della rete della radioterapia, articolata sul territorio nei centri di Cagliari, Sassari e Nuoro. Infine, nella prima parte del Piano viene ridisegnata la salute mentale in Sardegna, a partire dal Progetto strategico di salute mentale che la Regione predisporrà entro sei mesi proprio sulla base degli indirizzi indicati dal Consiglio regionale.
Per la ASL dell'Ogliastra – la più piccola dell'Isola - è confermato il ruolo del presidio di Lanusei e un ridimensionamento delle Residenze sanitarie assistite.

Gli obiettivi di sistema
La seconda parte del Piano individua gli obiettivi di sistema: la prevenzione (igiene e sanità pubblica, igiene degli alimenti, sicurezza sui luoghi di lavoro, sanità animale, igiene delle produzioni zootecniche), l'organizzazione dell'attività distrettuale, il sistema della continuità assistenziale (guardie mediche e Unità territoriali di assistenza primaria). Risposte specifiche vengono indicate per le persone con disabilità, per la tutela della salute legata alle nascite, per la neuropsichiatria infantile. Infine le dipendenze, gli abusi di droghe, alcool, fumo, i disturbi alimentari, per i quali si prevede l'assistenza sul territorio e la diversificazione degli interventi.
Anche alla luce dei parametri nazionali sul rapporto posti letto- numero di abitanti, il Piano riorganizza la Rete ospedaliera, per adeguarla alle esigenze della popolazione e garantendo i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio. L'offerta ospedaliera viene programmata sul modello a raggiera, con un centro di riferimento regionale (Hub) e strutture assistenziali ad esso collegate (spoke): si mira a razionalizzare e riqualificare l'offerta di posti letto superando l'attuale squilibrio territoriale, trasformando i piccoli ospedali in ospedali di comunità, attivando l'ospedalità a domicilio.