PO Lanusei. Dati Programma Nazionale esiti e percorsi per la qualità

Ospedale Nostra Signora della Mercede Lanusei
Lanusei, 1 febbraio 2017 – La percentuale di over 65 operati entro due giorni per la frattura del collo del femore nell’ospedale Nostra Signora della Mercede è del 65,37%, la media regionale si attesta al 46%, quella nazionale al 55%. La mortalità per infarto del miocardio a 30 giorni dal ricovero è del 3,84 (il presidio ogliastrino registra il miglior dato isolano). Se si tiene conto dei ricoveri dei residenti anche in altre strutture la percentuale arriva al 7,20% % (la media nazionale 9%, quella regionale 9,3%).

Il PNE I dati, riferiti al 2015, emergono dall’ultimo rapporto del Programma Nazionale Esiti (PNE) elaborato per il del Ministero della Salute dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, con l’obiettivo di fornire valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario e offrire, a regioni, aziende e operatori, strumenti per l’analisi delle criticità e il miglioramento delle performance.

I parti Altri numeri interessanti arrivano dall’analisi dei parti. Nel 2015 sono state 365 le residenti in Ogliastra ricoverate per parto, di queste 7 in strutture extraregionali, le restanti 358 suddivise tra il Presidio di Lanusei (88,8%) e altri ospedali sardi (9,3%). Un dato che aiuta, tra l’altro, a dar conto delle scelte delle donne rispetto alla struttura in cui partorire. Per quanto riguarda il ricorso a parti cesarei primari nell’ospedale di Lanusei la proporzione del 2015 si attesta al 28,74%: nel quadro regionale isolano, dove il ricorso a questo intervento è in generale ancora elevato, la media è del 31,7%, mentre la media nazionale è passata dal 29% del 2010 al 25% del 2015.

Le indicazioni che arrivano dal PNE sono particolarmente importanti nell’attuale fase di riorganizzazione del sistema sanitario regionale che vede le ex Asl confluire nell’Ats Sardegna. In questo senso, i percorsi di miglioramento già intrapresi si integrano con quelli che saranno avviati all’interno dell’Azienda unica al fine di fornire una sempre più adeguata offerta assistenziale e elevati standard di sicurezza per i cittadini. Un esempio è rappresentato dai programmi attivati per la gestione dell’ictus, la cui mortalità a 30 giorni risulta ancora elevata nella struttura di Lanusei (22,51%).

La certificazione UNI EN ISO 9001:2015 Sempre in quest’ottica si inserisce la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 ottenuta recentemente dalle Unità operative di Anestesia e Rianimazione, Diabetologia, Nefrologia e Dialisi, Centro trasfusionale, Laboratorio analisi e Blocco operatorio del Presidio. Si tratta di una tappa significativa che pone l’ospedale ogliastrino tra le prime strutture pubbliche italiane ad avere intrapreso una strada virtuosa di certificazione rispetto alla gestione del rischio, a garanzia della sicurezza di pazienti e operatori. La norma presuppone un coinvolgimento attivo dei professionisti, chiamati in prima persona a gestire gli strumenti della qualità anche attraverso un processo di riflessione e messa in discussione delle precedenti modalità di gestione dei processi. La valutazione, a carico di un organismo esterno (il Bureau Veritas Italia spa), proseguirà con regolari verifiche e con l’obiettivo di coinvolgere gli altri reparti e arrivare a un ospedale interamente certificato.

“Fare di più non significa fare meglio” Anche il progetto “Fare di più non significa fare meglio”, attivato per il biennio 2016 -2017 entra a pieno titolo tra le attività che puntano a miglioramento dei servizi, in questo caso attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici, trattamenti etc.) che non apportano benefici significativi ai pazienti, o addirittura comportano dei rischi, così da pervenire, tramite la riduzione degli sprechi, ad un uso più appropriato e più equo delle risorse disponibili e una maggiore sostenibilità economica e ambientale dei servizi sanitari.

La riorganizzazione del blocco operatorio Un altro aspetto significativo è rappresentato dalla riorganizzazione del blocco operatorio, intrapresa nel 2014 e completata nel 2015, anche con una diversa gestione degli orari e del personale con l’istituzione di due equipe, una dedicata alle attività programmate e l’altra alle urgenze, che ha permesso, tra l’altro, di ottenere i risultati positivi sui tempi di intervento per la rottura del femore.